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È un ricordo struggente, per chi l’ha
vissuto. Certamente una vicenda come
questa non è di grande interesse, se non,
forse, come curiosità. Però la storiella si
presta ad alcune considerazioni, al di là
di quella, ovvia, che l’amore per la
coralità può produrre, soprattutto
nell’adolescenza, gesti di pazzia…
C’è poi un aspetto certamente più
significativo: se nell’articolo di gennaio
mi sono rivolto ai direttori e ai coristi,
ora vorrei rivolgermi ai compositori, e
soprattutto ai giovani compositori e agli
allievi che amano la voce. Scrivere per le
voci, e per il coro in particolare, è
sempre un’impresa ardua, da prendere
con senso di
responsabilità
e con vera
passione. Occorre osservare a questo
proposito che, almeno in Italia,
l’insegnamento accademico della
Composizione – riforma o non riforma –
non tiene sufficientemente conto della
vocalità e che – cosa ancora più grave –
molti docenti, anche qualificati, hanno
carenze nell’insegnare e a volte anche
nello scrivere in campo vocale. È una
lacuna che si trascina da molte
generazioni e che ha dato risultati
pessimi.
È dunque necessario che le giovani
generazioni di compositori abbiano dalla
scuola ciò che la scuola deve loro dare.
Così che (e mi si lasci cavalcare l’utopia)
possa di nuovo fiorire, chissà, una
stagione di opere valide,
responsabili
, al
di fuori delle futilità modaiole e, peggio,
dell’incompetenza.
Opere destinate a rimanere nei repertori,
anziché votate a un immediato oblio.
Non è buona cosa l’aver dimenticato, o
più esattamente non aver mai insegnato
nulla, o quasi, da parte di diversi miei
colleghi, di quella splendida produzione
che comprende un arco temporale che va
– pur attraverso involontarie e numerose
omissioni – dalla
Sinfonia di Salmi
di
Stravinskij, ai
Mottetti per la Passione
di
Petrassi, al
Tempus destruendi – Tempus
aedificandi
di Dallapiccola, alla
Passione
secondo Luca
di Penderecki, passando da
Lux aeterna
di Ligeti. Né è meno
importante – e mi sembra utile dirlo a
conclusione di questo articolo –
impegnarsi per la riscoperta di autori
recenti, che una certa
ufficialità
mal
manovrata ha, forse non sempre per pura
dimenticanza, trascurato. Come, ad
esempio, il progetto encomiabile e già in
fase operativa, della stampa e diffusione
di molte
opere inedite
di Renato Dionisi.
Cari lettori, al prossimo articolo!
Irlando Danieli
Compositore, docente di Composizione
al Conservatorio di Milano e al Biennio
di specializzazione in Musicologia presso
l’Università statale di Milano
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