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A cura di Carlo Bianchi
La musica corale rappresenta una parte
cospicua dell’ampia produzione di
Giancarlo Facchinetti, noto compositore
bresciano classe 1936 attivo fin dagli anni
Sessanta e tuttora nel pieno delle sue
energie creative. Accanto alla musica
esclusivamente strumentale, per vari
organici da camera sinfonici e strumenti
solisti – passione di un compositore anche
pianista, che suo tempo fu in odore di
essere allievo di Benedetti Michelangeli –,
la voce umana ha stimolato Facchinetti a
scrivere, fin dall’inizio, varie forme
polifoniche e concertanti, di differenti
dimensioni nonché caratterizzate da un
serie di atteggiamenti stilistici che
riflettono l’eclettico percorso di
Facchinetti fino ad oggi.
Cantate, Madrigali, Mottetti, Corali,
Salmi, cori di Opere, anche pezzi
popolari in dialetto bresciano, per cori
a quattro voci miste, Strambotti per voci
bianche. Recentemente una curiosa
Fiera
degli animali
.
Dunque molta musica sacra ma anche
profana, su testi di vari poeti da
Quasimodo a Tagore fino appunto all’uso
del dialetto.
Il linguaggio compositivo è talvolta ardito,
seriale o liberamente atonale, talvolta di
più accessibile marca neoclassica, più
lievemente dissonante, dalle venature
politonali e polimodali.
Al di sopra di tutto si staglia il
contrappunto, coltivato da Facchinetti
sempre con dedizione – e che nella sua
produzione ha raggiunto un culmine
parossistico con la fuga (strumentale) a 8
voci all’interno di un
Avanspettacolo
per
orchestra jazz composto circa dodici anni
fa ad apertura di una stagione del
Dedalo
Ensemble
.
“I primi brani per voci che ho composto
risalgono al ’62 e sono tre Mottetti sacri –
ricorda Facchinetti –, il secondo e il terzo
vennero diretti in prima esecuzione da
Franco Monego.
Rubriche
A colloquio con Giancarlo Facchinetti
Tanta musica per coro (ancora da ascoltare)
Al di sopra di tutto si
staglia il
contrappunto...