Pagina 4 - Microsoft Word - Rivista online num. 2 - 2014.docx

Versione HTML di base

Editoriale
4
«In un coro ogni persona è sempre
concentrata sulla relazione della propria
voce con le altre. Imparare a cantare
insieme significa imparare ad ascoltarsi
l’un l’altro. Il coro quindi, come
l’orchestra, è l’espressione più valida di
ciò che sta alla base della società: la
conoscenza e il rispetto del prossimo,
attraverso l’ascolto reciproco e la
generosità nel mettere le proprie risorse
migliori a servizio degli altri».
Con queste parole Claudio Abbado
presentava, al suo debutto, una delle
tante formazioni musicali nate per sua
iniziativa, il Coro Papageno, un coro
molto speciale, formato da detenuti del
carcere bolognese della Dozza.
La scelta di formare un coro per
ricostruire quei legami sociali e il senso
di responsabilità che il delitto ha reciso o
comunque compromesso, ci pare
particolarmente felice. La voce è l’unico
strumento che portiamo dentro di noi e
occuparsi del coro significa occuparsi
prima di tutto di persone: è proprio
questo che affascina e rende
particolarmente “umanistico”, oltre che
artistico, il cantare in coro.
Il coro è anche un concentrato di società
dove i rapporti sono vissuti con forte
intensità e trasformati in musica. La
responsabilità di ciascuno è grande,
perché l’errore di uno compromette o
Editoriale condiviso con le Redazioni regionali
e con la Redazione di Choraliter della FENIARCO