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1199RubricheI suoi canti religiosi, al lato opposto, costituiscono una mediazione rispetto ai repertori classici della musica vocale sacra?%u201cAnche i miei canti sacri si possono definire %u2018polivocali%u2019, pi%u00f9 che polifonici, nel senso che le voci procedono generalmente per accordi, non in contrappunto. Li ho scritti con l%u2019intenzione di salvare una parte di quella polifonia che nella musica liturgica ormai %u00e8 andata persa. Da molto tempo, ormai, nella liturgia della messa non si riesce pi%u00f9 a trovare spazio per nessuna espressione polifonica e per un canto partecipato di alta qualit%u00e0, come nella liturgia protestante. Sono rimaste solo espressioni povere, una banalizzazione delle idee del Concilio, con ragazzi che %u2018grattano%u2019 le chitarre e cantano all%u2019unisono melodie sciatte, ma anche testi risibili. Da un punto di vista musicale, la messa ha cominciato a commemorare se stessa %u2013 come dice lo scrittore Giovanni Testori. Ora, rispetto alla grande produzione vocale sacra, io non mi sono sentito propriamente un %u2018mediatore%u2019, ma piuttosto un continuatore ed elaboratore della semplicit%u00e0. Certi compositori accusano i miei pezzi sacri di banalit%u00e0, ma io penso sempre a chi sono destinati. Cerco di far cantare le persone, e in un modo che allo stesso tempo sia dignitoso, perch%u00e9 mi rendo conto che nella liturgia %u00e8 andato quasi tutto perso. Sul fronte della musica di ispirazione popolare, idem, penso ai coristi amatori che dopo il lavoro arrivano a sera per cantare. Non devono fare troppa fatica. Cerco di salvare l%u2019attivit%u00e0 corale rendendola %u2018viva%u2019 musicalmente e attuale nei testi. Penso per%u00f2 sempre pi%u00f9 che sia un sogno, una battaglia persa in partenza.%u201dIo non mi sono sentito propriamente un %u201cmediatore%u201d, ma piuttosto un continuatore ed elaboratore della semplicit%u00e0.