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                                    3333E%u2019 merito loro e dei loro direttori se questo patrimonio non va perduto, n%u00e9 viene sacrificato alle mode.Non %u00e8 cosa da poco, e mi limiter%u00f2 al mio silenzio e a una citazione d%u2019autore di fronte alla latitanza di quelle istituzioni pubbliche che perseguono ben altri scopi che la coraggiosa diffusione della musica, che corteggiano, corteggiati, quei compositori di cui Renzo Cresti denunciava una caratteristica inquietante (%u201cquasi tutti si vendono per ricevere qualche misero favore dalla nomenklatura musicale%u201d).Come %u00e8 noto, la storia della coralit%u00e0 italiana %u00e8 del tutto particolare e non coincide, almeno sino alla fine del sec. XIX, a quella degli altri Paesi europei. Tra la met%u00e0 del %u2018400, il %u2018500 e non oltre la prima met%u00e0 del %u2018600 la produzione italiana sacra e profana si ergeva a modello insuperato. Ma successivamente cominci%u00f2 un lento declino, che divenne vistoso nei secoli XVIII e XIX, quando la musica corale perdette la sua forza e si asserv%u00ec soprattutto al teatro musicale, divenendone parte (non sempre) e non furono pi%u00f9 la ricerca contrappuntistica ed espressiva, la ricchezza delle forme e il prorompere di felici madrigalismi, che esaltavano la poeticit%u00e0 dei testi, a condurre il meraviglioso gioco compositivo, ma la necessit%u00e0 pratica di portare il coro all%u2019interno dei teatri. La produzione operistica italiana non aveva, n%u00e9 poteva avere come obiettivo di rinnovare la tradizione rinascimentale%u2026 La coralit%u00e0 si semplific%u00f2 e tutto divenne spettacolo, spesso (capovolgendo la celebre raccomandazione di Orazio Vecchi nel suo Amphiparnaso) pi%u00f9 da vedere che da ascoltare. Dobbiamo dunque arrivare al %u2018900 per assistere a un graduale e crescente interesse nei compositori per la composizione polifonica corale pura, una vera e propria %u201criscossa%u201d finalizzata al riformarsi di una letteratura corale di alto livello. I compositori che diedero respiro e nuova linfa alla tanto attesa rinascita furono molti, alcuni famosi, altri che rimasero nascosti e defilati, magari alla guida, come direttori e organisti, di corali attive in piccoli centri. A dimostrazione che il cammino della musica %u00e8 disuguale e discorde, ed %u00e8 alimentato dalle pi%u00f9 diverse forze.Proposte e linguaggi diversificati, ma il fervore di quegli anni si trasmise al resto del secolo per giungere fino a oggi presso quei compositori che hanno saputo raccogliere le variegate eredit%u00e0 principalmente di Luigi Dallapiccola, Goffredo Petrassi, Gian Francesco Malipiero, Giorgio Federico Ghedini, Ildebrando Pizzetti, Bruno Bettinelli. Ho conosciuto personalmente soltanto due di questi musicisti: Ghedini (quand%u2019era direttore del Conservatorio di Milano, Rubriche... il cammino della musica %u00e8 diseguale e discorde, ed %u00e8 alimentato dalle pi%u00f9 diverse forze.
                                
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